Annunciata da tempo la revisione della NTC 2008, è arrivata l’ora della NTC 2018.

Le nuove norme tecniche delle costruzioni riguardano le modalità di progetto delle strutture nell’ambito civile, cioè edifici, ponti, opere di sostegno, fondazioni, ecc..

La nuova norma è stata già firmata dagli organi competenti: Ministro delle Infrastrutture, Ministro degli Interni e Capo Dipartimento della Protezione Civile. Voci di corridoio o meglio, notizie circolanti in rete, danno per certa la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale tre il 15 ed il 20 febbraio. La circolare esplicativa dovrebbe essere publicata immediatamente dopo l’NTC 2018. Le nuove regole entreranno in vigore dopo 30 giorni dalla pubblicazione dell’NCT 2018.

Cosa cambia per il cittadino? Dalle prime indicazioni sembra che la messa in sicurezza degli edifici esistenti sia realizzabile attraverso un più fattibile miglioramento sismico delle capacità strutturali, senza necessariamente procedere all’adeguamento sismico alle nuove NCT 2018 cosa che, per edifici esistenti, può costare molto più che costruire un nuovo edificio. Miglioramento sismico significa eseguire interventi che migliorino il comportamento sismico dell’edificio, adeguamento sismico significa rendere il vecchio edificio in grado di soddisfare le normative del 2018. Pensate che il 70% del patrimonio edilizio italiano è stato costruito prima del 1980. Altra novità è l’introduzione di criteri che consentono l’utilizzo di materiali innovativi.

Tutto liscio? E’ presto per dirlo, andranno studiate le 382 pagine della norma più le presunte 700 pagine della circolare esplicativa.

Sicuramente una preoccupazione per chi dovrà applicarla è la definizione di superficie abitabile. Infatti l’ampliamento della superficie abitabile con l’aumento dell’altezza dell’edificio comporterebbe obbligatoriamente l’adeguamento sismico strutturale dello stesso. La conseguenza sarebbe quella che il recupero dei sottotetti ai fini abitativi diventerebbe non praticabile nella stragrande maggioranza dei casi.

L’ aggettivo “abitabile”, tipicamente usato in urbanistica, inserito in un contesto strutturale, potrebbe determinare una drastica riduzione del recupero dei sottotetti ai fini abitativi, inficiando così anche la buona pratica del riutilizzo del patrimonio edilizio esistente. Confido quindi nell’ applicazione della nuova norma con buonsenso tecnico.

A presto